“Trent’anni nel futuro”: buon anniversario Federsolidarietà!

Legalità, uguaglianza, partecipazione. Queste sono le tre parole che hanno fatto da orizzonte alla relazione di apertura alle due giornate di Assisi. Queste parole vengono da Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà, che il 18 giugno ha scelto di introdurre i lavori con un intervento robusto, nei contenuti e nel significato. Questo intervento ha introdotto anche la presentazione della Carta di Assisi, un codice etico che delinea un modello d’impresa fatto di conoscenza, trasparenza, rispetto della persona e del lavoro. Un codice pensato per impedire che altre false cooperative infanghino, umilino e offendano trent’anni di storia della cooperazione sociale.

Il discorso del presidente di Federsolidarietà ha toccato tantissime questioni, ma ci sono tre passaggi, che a parer mio, vale la pena di sottolineare più di altri.

 

La Scelta

Festeggiare questo importante compleanno è stato, come tutti i riti, anche un’importante occasione per ribadire la scelta forte che ognuno di noi fa ogni giorno: essere cooperatori sociali. Questa scelta implica di essere imprenditori per gli altri e con gli altri, in modo cooperativo e di essere dalla parte dei poveri e dei deboli, dalla parte degli “ultimi della città”.

Riaffermare questa scelta, quotidiana e fatta di fatica e dedizione, significa, come ha detto Guerini, “risaldare un forte legame con la dimensione etica e valoriale” che ci contraddistingue ma che a volte tendiamo a dimenticare.

 

Il Valore

Le cooperative sociali non si limitano solo ad erogare servizi. Le cooperative sociali generano valore. In che modo?

  • Coinvolgendo i lavoratori in modo autentico, facendo attenzione a non creare disparità di retribuzione troppo grandi tra lavoratori di base e dirigenti;
  • Favorendo la partecipazione delle persone per cui il servizio è erogato, senza fare di loro degli utenti passivi;
  • Interrogandosi e interrogando costantemente i partner e committenti dei servizi, cercando di migliorarsi giorno dopo giorno;
  • Instaurando relazioni con la comunità locale, coinvolgendo volontari, facendo partecipare familiari e utenti nella base sociale e nella governance;
  • Dimostrando di saper conquistare i servizi in appalto grazie alla propria efficienza e competitività, pretendendo di essere giudicati con regole giuste e trasparenti.

Questi sono i modi fondamentali in cui, secondo Guerini, la cooperazione genera valore, per i suoi soci, per la sua comunità di riferimento e tutti i suoi stakeholder. Tenerli sempre presenti ci può aiutare a non dimenticare la nostra mission e a costruire la nostra vision di imprese sociali.

 

La Partecipazione

Se fare impresa sociale è qualcosa di più e di diverso della semplice erogazione di interventi sociali, nel discorso introduttivo del presidente di Federsolidarietà emerge con forza che è la partecipazione a fare da discriminante tra la buona e la cattiva cooperazione. È per questo che serve una cura costante della “motivazione e della pratica cooperativa a partire dalle persone”. È necessaria una costante pratica di formazione e di educazione dei cooperatori imparando ad essere ottimi amministratori e dirigenti ma mantenendo fede all’identità cooperativa. Purtroppo, in molte cooperative, ci si concentra troppo sulle tecniche gestionali e si trascura invece la vera prassi cooperativa che si può racchiudere in un passaggio del “Codice dei comportamenti” scritto nel 1997, che Guerini ha citato nel suo discorso: “necessario che le cooperative si orientino alla ricerca di una dimensione compatibile con la possibilità di sviluppare tra i soci effettive e positive relazioni di conoscenza e di collaborazione e un sistema di rapporti, fondato sulla partecipazione attiva e democratica”.

 

Parlare di partecipazione attiva e democratica può sembrare per qualcuno solo un esercizio retorico, ma non è così. Le cooperative sociali del Consorzio In Concerto si stanno interrogando da mesi su come riuscire a far partecipare i soci alla vita dell’organizzazione e più di cento persone, attualmente, sono impegnate in Gruppi di Progetto pensati proprio per rendere i soci protagonisti delle loro cooperative e imprenditori insieme agli altri. Le parole di Guerini ad Assisi sono, a mio avviso, un programma e un mandato per tutti noi e dicono in modo chiaro che quello di cooperatori sociali non è un lavoro, ma è un modo di essere.

 

 

Valentina Campagnaro

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